Lo sapevi che in Svezia esiste un Museo del Fallimento?
Samuel West, psicologo nonché inventore della mostra, ha voluto esporre, in modo molto provocatorio, una serie di prodotti che hanno fallito il test del mercato.
Tra di essi, spiccano la Coca Cola Black e il Segway PT. Ne hai mai sentito parlare?
Parto da queste due storie che ti porteranno a comprendere un importante concetto:
“il marketing tradizionale da solo non basta: è un approccio limitato e incompleto”.
Mettiti comodo.
Hai mai sentito parlare del “Prodotto del Millennio”?
Il 2001 è stato l’anno di commercializzazione del “prodotto del Millennio”: il Segway Personal Transporter.
Secondo gli esperti questo prodotto avrebbe rivoluzionato la società moderna. Avrebbe reso obsolete automobili, motociclette e biciclette.
Steve Jobs aveva addirittura previsto che le città sarebbero state costruite e popolate in funzione di questo oggetto.
L’azienda aveva avuto un riscontro positivo dal mercato e il piano di marketing promosso era stato perfetto: analisi dei trend di mercato, analisi macro-economica, interviste ai potenziali consumatori, strategia di introduzione e sviluppo, posizionamento di mercato.
Finalmente nel 2001 venne commercializzato il “Prodotto del Millennio”.
L’impatto col mercato fu fallimentare. Dopo sole 6 mila vendite in due anni, il prodotto fu ritirato.
Lo strano caso della Coca Cola Blak
Nel 2008 venne immessa sul mercato la nuova bevanda Coca-Cola BlaK: il gusto rinfrescante di una Coca Cola con il retrogusto finale di caffè.
Le ricerche di mercato avevano dato buoni risultati e i consumatori si erano dimostrati favorevoli all’acquisto della bevanda.
C’erano tutti i presupposti per un prodotto di successo.
Invece, solamente dopo un anno dal lancio, venne ritirata dal mercato.
Marketing: che succede?
La Storia del marketing è ricca di esempi molto simili.
Basti pensare che, secondo una statistica, «l’80% dei prodotti commercializzati fallisce nell’arco dei primi 3 mesi».
Come è possibile che la percentuale di fallimento sia così alta?
Non solo: come è possibile che una multinazionale come Coca Cola, dotata di una forza capitale miliardaria, abbia fallito il test del mercato?
Qualcosa non torna
I limiti del Marketing Tradizionale
Un approccio marketing di tipo tradizionale si contraddistingue per quattro fasi:
- Scelta dell’obiettivo da raggiungere
- Analisi di mercato e definizione del piano strategico
- Attuazione piano strategico
- Studio dei dati feedback e ridefinizione della strategia
Nel caso di Coca Cola, di Segway e di altri progetti fallimentari, già allo step 2 si verifica un importante frenata.
Pur avendo avuto un riscontro positivo dai consumatori in fase di analisi, Coca Cola e Segway non hanno tenuto in considerazione uno dei principi comportamentali alla base dell’essere umano:
”ciò che una persona dice di pensare non è realmente ciò che il suo cervello pensa”.
Così, durante la fase di analisi, i consumatori si sono dimostrati favorevoli all’acquisto del prodotto: peccato che il loro cervello pensasse tutt’altro.
Ecco cosa è successo: quando un consumatore partecipa ad una intervista, ha la tendenza a non dire ciò che realmente pensa. Piuttosto tende a dare la risposta che sembra più giusta, oppure quella che fa felice l’intervistatore.
Non è buonismo: è nel suo DNA.
Non conoscere questo e altri principi neuroscientifici e comportamentali, potrebbe impattare pesantemente sui business delle aziende.
Al contrario, conoscere questi principi potrebbe prevenire lo sviluppo di progetti già fallimentari in partenza.
In questa situazione, arriva in soccorso il Neuromarketing.
Neuromarketing: jetpack per la tua strategia Digitale
Il Neuromarketing è un approccio ibrido, frutto dell’unione tra psicologia, neuroscienza e marketing.
Applicando alla propria strategia i principi neuroscientifici e psicologici, il neuromarketing studia come il cervello dei consumatori reagisce agli stimoli di marketing.
Questo per le aziende significa conoscere al meglio i propri clienti e offrire prodotti realmente di valore.
In secondo piano, le aziende possono ottimizzare al meglio il proprio sforzo economico.
Il “dietro le quinte” del Neuromarketing
Ogni persona ha la propria personalità, la propria storia, le proprie emozioni…
Esistono però degli schemi comportamentali che ci accomunano.
Li abbiamo ereditati dagli uomini primitivi, sono radicati nel nostro DNA e definiscono il nostro modo di comportarci.
Conoscere e utilizzare questi principi permette di creare delle strategie di marketing realmente di valore, sin dai piccoli dettagli.
Marketing e Neuromarketing
Molti esperti definiscono il neuromarketing come una branca del marketing.
Altri riconoscono nel neuromarketing un’innovazione del tradizionale approccio al marketing.
Sicuramente, il punto di partenza è uno. Neuromarketing e marketing mirano al raggiungimento dello stesso obiettivo:
“Comunicare al meglio il prodotto/servizio in modo da soddisfare i bisogni del mercato di riferimento, garantendo un lungo posizionamento dell’azienda sul mercato.”
Conclusione
L’approfondimento sul mondo del Neuromarketing non finisce qui.
Prossimamente scopriremo quali sono i principi comportamentali che impatteranno positivamente sul tuo business.
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